Arte orafa e storia dell’arte: i gioielli come ispirazione dei più grandi artisti di ogni epoca

I gioielli racchiudono sempre qualcosa di magico: dalla composizione chimica del metallo alla progettazione, dalla lavorazione artigianale alla realizzazione del monile finito. L’arte orafa è intreccio di passione e tecnica, dedizione e materiali pregiati. Magiche sono poi le relazioni che un gioiello instaura con chi lo indossa: l’amore nel prendersene cura, la gioia di sfoggiarlo, la rinnovata espressività del corpo.

I gioielli raccontano anche infinite storie. Un universo segreto di narrazioni si cela, infatti, dietro gli ornamenti inseriti dagli artisti di tutte le epoche nei propri capolavori. Nei dipinti, ad esempio, tali ornamenti riflettono significati connessi ai mondi interiori del soggetto, utili alla comprensione del senso complessivo della tela.

I gioielli nell’arte: affascinanti storie nelle storie

Nella storia dell’arte, moltissime opere appaiono sfavillanti vetrine di gioielli e gemme. I monili hanno rivestito per l’umanità il ruolo di entità segniche, generando attraverso i secoli una fusione di contaminazioni culturali e stilistiche: nulla nel loro significato è casuale, fortissima la loro valenza simbolica.

Composti agli albori da piccole ossa animali, semi e conchiglie, in seguito realizzati in oro e pietre naturali, questi preziosi accessori hanno accompagnato la nostra evoluzione in tutte le sue fasi, come mezzo d’espressione della personalità.

La minuta e dettagliata arte fiamminga offre un massiccio repertorio di monili. Decisamente più sobrio, invece, è il nostro Rinascimento, del quale l’arte orafa fiorentina è massima rappresentazione. Cecilia Gallerani, la famosa Dama con l’Ermellino ritratta da Leonardo da Vinci, si mostra con un solo gioiello: una collana stretta intorno alla gola e lasciata pendere sul seno. Il materiale dei suoi grani resta ancora un mistero, forse ambra nera, onice o agata.

La Dama col Liocorno di Raffaello associa la presenza del mitico animale al significato simbolico dei gioielli. Il pendente è costituito da una pesante montatura in oro smaltato con foglie, in cui sono incastonati un piccolo smeraldo, un grande rubino e una goccia a perla. La vergine con l’unicorno tra le braccia può essere interpretata come un’allegoria profana della castità, in uso per gli arazzi medioevali e del primo Rinascimento in occasione di fidanzamenti. L’unicorno, infatti, era collegato nell’antichità al culto della dea-madre vergine, e conservò questa simbologia nel Medioevo in riferimento alla Madonna.

Piero della Francesca decorò il Ritratto di Battista Sforza con perle e gemme, il Bronzino dipinse collane d’oro tempestate di pietre preziose. In questa epoca storica il rapporto fra gioiello e arte figurativa fu molto ravvicinato, tanto che pittori e scultori erano soliti fare pratica nelle botteghe orafe per affinare la tecnica di riproduzione: Donatello e Benvenuto Cellini trovarono nell’oreficeria il punto di partenza della propria formazione. Da mero emblema allegorico il gioiello divenne ritratto di costume, testimonianza del gusto e della moda orafa del momento.

In tempi più moderni, molti grandi esponenti dell’arte contemporanea hanno imparato a lavorare i metalli, tanto da redigere trattati sulle tecniche e sui materiali. Salvador Dalì e Giorgio De Chirico si ispirarono a propri famosissimi dipinti per la realizzazione di gioielli unici e dai connotati inconfondibili: un passaggio dal bidimensionale pittorico al tridimensionale del monile. La realizzazione di tali gioielli d’artista era affidata a mastri orafi, che eseguivano i progetti consegnati loro da queste importanti figure.

Espressione dei moti interiori dell’animo, talvolta gli ornamenti fungono da simbolico sfogo psicologico. È il caso delle vistose collane polimateriche di Frida Kahlo, trasformate in spine che le trafiggono il collo sanguinante, nel periodo più drammatico della sua vita.

I gioielli Maria Cristina Sterling: l’arte orafa da portare sempre con sé

La secolare gioielleria fiorentina esprime il suo animo più fresco e autentico nelle creazioni di Alessandro Magrino, fondatore del nostro brand. Nato a San Frediano, antico quartiere nel centro di Firenze, egli ha affinato le tradizionali tecniche artigianali orafe in anni di formazione e studio, sperimentazione e ricerca del bello, dando vita a piccole opere d’arte in argento da indossare o regalare.

Così, i simboli della storia fiorentina si ritrovano in molte delle collezioni Maria Cristina Sterling. Ne è un esempio la Collezione Tuscany Man, nella quale il giglio è protagonista di bracciali, gemelli e anelli in argento che donano carattere e ambizione a chi li indossa.

Incroci preziosi e sofisticati caratterizzano invece la Collezione Firenze per donna, con bracciali, collane e orecchini in argento naturale o rosa, che declinano in modo contemporaneo delicate ispirazioni barocche.

Arcobaleni di pietre dure arricchiscono i gioielli in argento della Collezione Siena per uomo e donna, omaggio all’arte di questa splendida città.

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